Oligospermia: comprendere e trattare la bassa conta spermatica

L’oligospermia è una condizione che si manifesta con una riduzione del numero di spermatozoi nel liquido seminale, rendendo più difficile per una coppia concepire naturalmente. Questa disfunzione può essere causa di preoccupazione per molti uomini che desiderano diventare padri, ma grazie alla diagnosi precoce e alle opzioni terapeutiche moderne, è possibile affrontarla efficacemente.

Cos’è l’oligospermia?

L’oligospermia si verifica quando la concentrazione di spermatozoi nel liquido seminale è inferiore ai 15 milioni per millilitro, valore di riferimento stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo fenomeno può ridurre significativamente le probabilità di concepimento, poiché la bassa conta spermatica implica una minore possibilità di fertilizzare l’ovocita femminile.

Tuttavia, l’oligospermia non implica sempre l’impossibilità di avere figli: anche con una bassa conta di spermatozoi, ci sono trattamenti che possono aiutare a realizzare il desiderio di paternità.

Le cause dell’oligospermia

Le cause dell’oligospermia sono diverse e, in molti casi, coinvolgono una combinazione di fattori genetici, ambientali e ormonali. Alcune delle cause principali sono:

  • Fattori ormonali: alterazioni nei livelli ormonali, in particolare una bassa produzione di testosterone o un’elevata concentrazione di estrogeni, possono influenzare la produzione e la qualità degli spermatozoi. Un buon equilibrio ormonale è fondamentale per la spermatogenesi, il processo di produzione degli spermatozoi.
  • Varicocele: il varicocele è una condizione in cui le vene nello scroto si dilatano, aumentando la temperatura nei testicoli e interferendo con la produzione di spermatozoi. Questo problema può spesso essere trattato chirurgicamente con ottimi risultati.
  • Infezioni: alcune infezioni, come quelle sessualmente trasmissibili o le infezioni genito-urinarie, possono danneggiare il sistema riproduttivo maschile, riducendo la quantità e la qualità degli spermatozoi.
  • Fattori ambientali: l’esposizione a sostanze tossiche, come pesticidi, metalli pesanti o farmaci, può danneggiare la spermatogenesi. Inoltre, l’esposizione a calore eccessivo (ad esempio, tramite l’uso frequente di abbigliamento troppo stretto o l’esposizione a fonti di calore) può compromettere la produzione di spermatozoi.
  • Fattori genetici: alcune anomalie genetiche possono essere alla base della bassa conta spermatica. In questi casi, una diagnosi precoce può essere utile per stabilire il miglior approccio terapeutico.

Il processo diagnostico

Per diagnosticare l’oligospermia, il primo passo è sottoporsi a uno spermiogramma, un test che analizza il liquido seminale in base a tre parametri fondamentali: la concentrazione degli spermatozoi, la loro motilità (capacità di movimento) e la morfologia (forma). Questo esame fornisce informazioni cruciali per capire la qualità del seme e la capacità degli spermatozoi di raggiungere e fecondare l’ovocita.

In alcuni casi, possono essere necessari ulteriori esami diagnostici per individuare la causa specifica dell’oligospermia, come ecografie testicolari, analisi ormonali e test per infezioni o anomalie genetiche.

Trattamenti per l’oligospermia

Esistono diversi approcci per trattare l’oligospermia, che vanno dalla correzione dei fattori sottostanti alla procreazione medicalmente assistita (PMA).

Correzione dei fattori reversibili

In alcuni casi, l’eliminazione delle cause reversibili può migliorare la situazione. Ad esempio, ridurre o eliminare il consumo di alcol o droghe, trattare infezioni con antibiotici o correggere il varicocele tramite un intervento chirurgico può portare a una normalizzazione della conta spermatica.

Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)

Quando le opzioni di trattamento non riescono a risolvere il problema, la PMA rappresenta una soluzione efficace. Tra le tecniche più comuni troviamo:

  • Inseminazione Intrauterina (IUI): solitamente indicata per problemi di infertilità maschile lieve, è una procedura minimamente invasiva che prevede l’introduzione del liquido seminale trattato direttamente nell’utero della donna.
  • Fecondazione In Vitro (FIVET): utilizzata quando la qualità degli spermatozoi è bassa, questa tecnica prevede la fecondazione dell’ovocita con lo spermatozoo in laboratorio. Gli ovociti vengono prelevati dalla donna e fecondati con gli spermatozoi del partner o di un donatore, successivamente l’embrione viene trasferito nell’utero.
  • Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo (ICSI): una tecnica particolarmente indicata nei casi di oligospermia grave, in cui un singolo spermatozoo viene iniettato direttamente all’interno dell’ovocita.

Consigli per Migliorare la Qualità dello Sperma

Anche in presenza di oligospermia, adottare uno stile di vita sano può migliorare la qualità del seme e aumentare le probabilità di successo nel concepimento. Ecco alcuni consigli utili:

  • Alimentazione sana: Una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura, proteine magre e grassi sani può favorire una buona qualità spermatica. Alcuni nutrienti, come lo zinco e la vitamina C, sono particolarmente importanti per la salute degli spermatozoi.
  • Esercizio fisico: L’attività fisica regolare aiuta a mantenere un peso sano e a migliorare l’equilibrio ormonale. Tuttavia, è importante evitare allenamenti eccessivamente intensi, che potrebbero avere effetti negativi sulla produzione di spermatozoi.
  • Evitare sostanze tossiche: Limitare l’esposizione a sostanze chimiche nocive, come i pesticidi, e ridurre il consumo di alcol e fumo può contribuire a migliorare la salute spermatica.
  • Controllare la temperatura: Evitare l’esposizione prolungata a fonti di calore, come saune o bagni caldi, e scegliere indumenti intimi comodi che non comprimano i testicoli.

L’oligospermia è una condizione che può influire sulle possibilità di concepimento, ma grazie a diagnosi precoci e trattamenti adeguati, molte coppie possono superare questo ostacolo. Se dopo 12 mesi di rapporti mirati il concepimento non avviene, è importante consultare tempestivamente un esperto in medicina della riproduzione, che potrà suggerire il percorso terapeutico più adatto alla coppia e fornire il giusto supporto per realizzare il sogno di paternità.

Progesterone: ruolo chiave nella fertilità e nella gravidanza

Il progesterone è un ormone steroideo essenziale per la fertilità e il corretto andamento della gravidanza. Viene prodotto principalmente dal corpo luteo nella seconda metà del ciclo mestruale e, una volta avvenuto il concepimento, dalla placenta. La sua funzione principale è quella di preparare l’endometrio all’impianto dell’embrione e garantire un ambiente uterino stabile, prevenendo contrazioni premature e supportando lo sviluppo della gravidanza.

Alterazioni nei livelli di progesterone possono avere un impatto significativo sulla fertilità e sulla capacità di portare a termine una gravidanza. Per questo motivo, è fondamentale monitorarne i livelli e intervenire tempestivamente in caso di carenze.

Il ruolo del progesterone nella fertilità

Durante il ciclo mestruale, il progesterone svolge diverse funzioni fondamentali per favorire il concepimento. Dopo l’ovulazione, i livelli di progesterone aumentano per preparare l’endometrio all’annidamento dell’embrione. Questa fase, chiamata fase luteale, è essenziale affinché l’utero sia in condizioni ottimali per accogliere una gravidanza.

Se la fecondazione non avviene, i livelli di progesterone diminuiscono, causando il distacco della mucosa uterina e l’inizio delle mestruazioni. Se invece l’ovulo viene fecondato, il progesterone continua a essere prodotto per stabilizzare l’ambiente uterino e favorire l’impianto.

Una carenza di progesterone nella fase luteale può rendere difficile il concepimento o aumentare il rischio di aborto precoce. In questi casi, può essere necessario un supporto ormonale per migliorare le probabilità di successo della gravidanza.

Il progesterone durante la gravidanza

Dopo l’impianto, il progesterone continua a essere essenziale per il corretto sviluppo della gravidanza. Nei primi mesi, è il corpo luteo a produrre l’ormone; successivamente, questa funzione viene assunta dalla placenta, che garantisce livelli adeguati di progesterone fino al termine della gestazione.

Le sue funzioni durante la gravidanza includono:

  • Mantenimento dell’endometrio: Il progesterone assicura che l’utero rimanga un ambiente stabile e ricco di nutrienti per sostenere la crescita dell’embrione.
  • Prevenzione delle contrazioni premature: Agisce rilassando la muscolatura uterina, riducendo il rischio di aborto spontaneo o parto prematuro.
  • Sviluppo delle ghiandole mammarie: Favorisce la preparazione della ghiandola mammaria alla produzione di latte materno.
  • Supporto al sistema immunitario materno: Aiuta il corpo della madre a tollerare la presenza dell’embrione, evitando il rischio di rigetto.

Livelli insufficienti di progesterone, soprattutto nelle prime settimane, possono essere associati a un aumentato rischio di aborto spontaneo. Per questo motivo, nelle gravidanze a rischio, il medico può prescrivere un’integrazione ormonale.

Quando è necessaria la supplementazione di progesterone

Esistono diverse condizioni in cui la supplementazione di progesterone può essere utile per favorire il concepimento o il proseguimento della gravidanza:

  • Insufficienza luteale: Il corpo luteo non produce una quantità sufficiente di progesterone nella fase successiva all’ovulazione, compromettendo la preparazione dell’endometrio per l’impianto embrionale. Questa condizione può essere associata a disturbi endocrini come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), squilibri tiroidei o elevati livelli di stress.
  • Minaccia di aborto spontaneo: In presenza di spotting, crampi o altre manifestazioni di minaccia di aborto nelle prime settimane di gravidanza, il medico può prescrivere il progesterone per supportare la stabilità dell’utero.
  • Prevenzione del parto prematuro: In alcune donne con una cervice corta o con precedenti episodi di parto prematuro, la supplementazione di progesterone può ridurre il rischio di nascite pretermine.
  • Trattamenti di procreazione medicalmente assistita (PMA): Durante percorsi di fecondazione in vitro, il progesterone viene somministrato per migliorare le probabilità di successo dell’impianto embrionale e sostenere le prime settimane di gravidanza. Le modalità di somministrazione includono ovuli vaginali, gel, compresse o iniezioni intramuscolari.

Come sostenere i livelli di progesterone naturalmente

Sebbene la produzione di progesterone sia regolata dal sistema endocrino, alcune abitudini possono favorire il suo equilibrio:

  • Dieta ricca di nutrienti: Un’alimentazione equilibrata con un adeguato apporto di vitamine e minerali può supportare la produzione di progesterone. In particolare:
    • Vitamina B6 (presente in banane, cereali integrali, avocado) contribuisce alla regolazione ormonale.
    • Zinco (semi di zucca, noci, funghi) aiuta la funzione ovarica.
    • Omega-3 (pesce azzurro, semi di lino) supporta l’equilibrio ormonale.
  • Gestione dello stress: Lo stress cronico aumenta i livelli di cortisolo, un ormone che può interferire con la sintesi di progesterone. Tecniche di rilassamento come yoga, meditazione o esercizi di respirazione possono essere utili.
  • Attività fisica moderata: L’esercizio regolare favorisce il benessere ormonale, ma è importante evitare sforzi eccessivi, che potrebbero causare alterazioni nei livelli di progesterone.

Quando rivolgersi a uno specialista

Il progesterone svolge un ruolo fondamentale nella fertilità e nel mantenimento della gravidanza. Se hai difficoltà a concepire, hai cicli mestruali irregolari o sospetti di avere una carenza di progesterone, una consulenza specialistica può aiutarti a individuare le cause e le soluzioni più adatte.

Nei Centri Genera, i nostri specialisti in Medicina della Riproduzione offrono percorsi personalizzati per supportarti nel tuo desiderio di genitorialità. Grazie a tecnologie avanzate e un approccio multidisciplinare, possiamo aiutarti a comprendere il tuo stato di fertilità e individuare il trattamento più adeguato alle tue esigenze.

Menopausa: riconoscere i sintomi e gestire il cambiamento

La menopausa è una fase naturale nella vita di ogni donna e segna la fine della fertilità.
Viene diagnosticata retrospettivamente, ossia dopo 12 mesi consecutivi senza ciclo mestruale, e si verifica generalmente tra i 45 e i 55 anni, con un’età media di circa 51 anni. Tuttavia, alcuni fattori come genetica, stile di vita e condizioni mediche possono influenzarne l’età di insorgenza:

  • Menopausa precoce: quando si manifesta prima dei 45 anni, spesso a causa di disfunzioni ovariche o trattamenti medici.
  • Menopausa tardiva: quando avviene dopo i 55 anni.

Le fasi della menopausa
La menopausa non si verifica improvvisamente, ma si sviluppa attraverso tre fasi che comportano cambiamenti graduali nel corpo femminile.

Premenopausa

La premenopausa è la fase iniziale del percorso verso la menopausa e può durare tra i 5 e i 10 anni prima della cessazione definitiva del ciclo mestruale. Durante questo periodo, si verificano i primi squilibri ormonali, con sintomi come:

  • Variazioni nel ciclo mestruale (irregolarità, cicli più abbondanti o più scarsi)
  • Vampate di calore occasionali
  • Secchezza vaginale iniziale

Perimenopausa

La perimenopausa rappresenta il periodo più critico della transizione menopausale, poiché i livelli di estrogeni e progesterone calano in modo più evidente. Si estende fino a 12 mesi dopo l’ultima mestruazione e porta con sé sintomi più accentuati, tra cui:

  • Vampate di calore e sudorazione notturna
  • Disturbi del sonno e insonnia
  • Secchezza vaginale e fastidi durante i rapporti
  • Calo del desiderio sessuale
  • Ansia, irritabilità e sbalzi d’umore

Postmenopausa

La postmenopausa inizia dopo un anno dall’ultima mestruazione. In questa fase, i sintomi tipici della menopausa tendono ad attenuarsi, ma il calo degli estrogeni aumenta il rischio di alcune condizioni di salute, come:

  • Osteoporosi: le ossa diventano più fragili e aumenta il rischio di fratture.
  • Malattie cardiovascolari: il colesterolo LDL (“colesterolo cattivo”) può aumentare, aumentando il rischio di ipertensione e patologie cardiache.
  • Invecchiamento cutaneo e diradamento dei capelli: la pelle diventa meno elastica e i capelli più sottili.

Come gestire la menopausa

La menopausa non è una malattia, ma un cambiamento fisiologico che può essere affrontato adottando uno stile di vita sano e, se necessario, con il supporto medico.

  • Alimentazione equilibrata: una dieta ricca di calcio, vitamina D e omega-3 aiuta a preservare la salute delle ossa e del cuore.
  • Attività fisica regolare: l’esercizio fisico aiuta a mantenere il metabolismo attivo e a contrastare l’aumento di peso tipico della menopausa.
  • Supporto medico: in alcuni casi, il ginecologo può suggerire la terapia ormonale sostitutiva (TOS) per ridurre i sintomi più intensi della menopausa. Questa terapia prevede l’assunzione di estrogeni e/o progesterone per alleviare vampate di calore e sudorazione notturna, prevenire osteoporosi e perdita di massa ossea e migliorare l’umore e la qualità del sonno.

 

La TOS va sempre personalizzata, poiché può avere controindicazioni in alcune donne. È consigliato iniziarla entro i primi 10 anni dalla menopausa e in ogni caso non oltre i 60 anni.
La menopausa, soprattutto quando si manifesta in età precoce, può avere un impatto significativo sulla fertilità e sul benessere generale della donna. In questi casi, rivolgersi a uno specialista in Medicina della Riproduzione può fare la differenza. I professionisti del settore non solo aiutano a gestire i sintomi e le implicazioni ormonali della menopausa precoce, ma offrono anche soluzioni avanzate per chi desidera ancora realizzare il sogno di una gravidanza.

Grazie a tecniche come l’ovodonazione, è possibile aumentare le possibilità di concepimento anche quando la riserva ovarica è compromessa. Un percorso personalizzato, guidato da esperti, permette di valutare tutte le opzioni disponibili e trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Azoospermia: cause, diagnosi e possibili soluzioni per la fertilità maschile

L’azoospermia è una condizione caratterizzata dalla totale assenza di spermatozoi nel liquido seminale. Questa condizione può essere causata da problematiche congenite o acquisite, e rappresenta una delle principali cause di infertilità maschile.

Cos’è l’azoospermia?

L’azoospermia è la condizione medica che si manifesta quando, in seguito all’analisi del liquido seminale, non vengono rilevati spermatozoi. Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aggiornate al 2021, la concentrazione degli spermatozoi in un uomo sano dovrebbero essere di almeno 16 milioni per millilitro o un totale di 39 milioni per eiaculato.

La SIA, Società Italiana di Andrologia, stima che l’azoospermia sia responsabile di circa il 10-15% dei casi di infertilità maschile. Nei soggetti azoospermici , la totale assenza di spermatozoi nell’eiaculato rende impossibile il concepimento naturale.

Cause dell’azoospermia

L’azoospermia può essere divisa in due categorie principali, a seconda della causa e del tipo di problema che la provoca.

Azoospermia ostruttiva
In questo caso, i testicoli producono una buona quantità di spermatozoi, ma un blocco nelle vie seminali impedisce loro di arrivare nell’eiaculato. L’ostruzione può verificarsi a vari livelli, dai dotti deferenti fino all’uretra, e le cause comuni di azoospermia ostruttiva includono:

  • Infezioni: alcune infezioni sessualmente trasmissibili (come la chlamydia o la gonorrea) possono causare ostruzioni nei dotti deferenti o nelle strutture associate.
  • Chirurgia pregressa: interventi chirurgici come la vasectomia o interventi addominali possono danneggiare i dotti deferenti, causandone l’ostruzione.
  • Anomalie congenite: malformazioni anatomiche congenite impediscono il normale flusso degli spermatozoi.

 

Azoospermia non ostruttiva
In questa forma, i testicoli non producono spermatozoi a sufficienza, o non ne producono affatto. Le cause possono essere legate a problemi genetici, ormonali o patologici che interferiscono con la spermatogenesi, il processo di produzione degli spermatozoi. Tra le cause comuni di azoospermia non ostruttiva troviamo:

  • Varicocele: dilatazione delle vene nei testicoli che può compromettere la produzione di spermatozoi.
  • Disturbi ormonali: squilibri nei livelli degli ormoni che regolano la produzione di spermatozoi, come il testosterone o l’ormone follicolo-stimolante (FSH).
  • Malformazioni testicolari: in alcuni casi, i testicoli non sono in grado di produrre spermatozoi a causa di difetti congeniti o danni subiti.
  • Patologie genetiche: come la sindrome di Klinefelter, una malattia genetica associata ad infertilità.

 

Diagnosi dell’azoospermia

La diagnosi di azoospermia inizia con un esame approfondito e una valutazione accurata della storia medica del paziente. Il medico richiederà in primo luogo un analisi del liquido seminale per confermare l’assenza di spermatozoi. Eventualmente, saranno poi necessari ulteriori test per determinare la causa sottostante:

1. Esame fisico e anamnesi: Il medico indagherà sulla storia clinica del paziente, inclusi eventuali precedenti di infezioni o interventi chirurgici, e osserverà la morfologia e la consistenza dei testicoli.
2. Ecografia scrotale: Un’ecografia scrotale può essere utile per identificare eventuali anomalie nei testicoli, come il varicocele o altri problemi strutturali.
3. Analisi ormonale: Gli ormoni coinvolti nella produzione degli spermatozoi, come il testosterone, l’FSH e l’LH, saranno misurati tramite un prelievo di sangue per rilevare eventuali squilibri ormonali che potrebbero essere la causa dell’azoospermia.
4. Biopsia testicolare: Nei casi di azoospermia non ostruttiva, il medico può raccomandare una biopsia testicolare per prelevare un campione di tessuto testicolare e analizzare l’eventuale presenza di spermatozoi. Questa procedura aiuta a determinare se i testicoli sono in grado di produrre spermatozoi, seppur in quantità insufficiente.
5. Test genetici: Se il medico sospetta una causa genetica, può essere necessario effettuare test genetici per identificare eventuali anomalie cromosomiche, come la sindrome di Klinefelter o mutazioni nei geni responsabili della produzione di spermatozoi.

Opzioni di trattamento per l’azoospermia

Il trattamento dell’azoospermia dipende dalla causa sottostante e dal tipo di azoospermia diagnosticato:

1. Trattamento dell’azoospermia ostruttiva: Se la causa dell’azoospermia è un’ostruzione, è possibile intervenire chirurgicamente per rimuovere il blocco. L’operazione potrebbe consistere in una vasovasostomia (chirurgia per ripristinare la pervietà dei dotti deferenti) o una epididimectomia (ripristino della pervietà dell’epididimo). In alternativa, è possibile recuperare spermatozoi direttamente dai testicoli con tecniche di Medicina della Riproduzione, come la PESA (Aspirazione Percutanea di Spermatozoi dai Testicoli) o la TESE (Biopsia Testicolare per il Recupero di Spermatozoi). Una volta ottenuti gli spermatozoi, si procederà con ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoo), una tecnica di Procreazione Medicalmente Assista che prevede l’iniezione diretta di uno spermatozoo selezionato nell’ovocita, ottimizzando le possibilità di concepimento.

2. Trattamento dell’azoospermia non ostruttiva: Se la produzione di spermatozoi è compromessa, la soluzione dipende dall’entità del problema. Nei casi in cui una quantità ridotta di spermatozoi è presente, è possibile prelevarli attraverso TESE o microTESE . Quando il recupero degli spermatozoi non risulta possibile, è necessario optare per la fecondazione assista con donazione di spermatozoi.

Concepire con la PMA

È fondamentale rivolgersi a uno specialista in Medicina della Riproduzione per una diagnosi accurata e un piano terapeutico personalizzato, che possa includere tecniche avanzate di recupero degli spermatozoi e procreazione assistita.

Affidandosi ad un centro di Medicina della Riproduzione, anche le coppie con azoospermia potranno ricevere trattamenti personalizzati che, combinando tecniche di PMA, ottimizzeranno le possibilità di concepimento.