Carenza di vitamina D: sintomi, cause e rimedi naturali

La vitamina D svolge un ruolo cruciale per il nostro benessere generale, soprattutto per la salute riproduttiva. Nonostante sia conosciuta soprattutto per il suo effetto sul metabolismo osseo, negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato l’impatto diretto che questa vitamina ha anche sulla fertilità sia maschile che femminile.

Perché la vitamina D è così importante?

La vitamina D è una vitamina liposolubile che influenza numerosi processi fisiologici. È essenziale per:

  • L’assorbimento del calcio e la salute delle ossa e dei denti;
  • Il corretto funzionamento del sistema immunitario;
  • La regolazione dell’infiammazione;
  • La funzione muscolare;
  • La fertilità, sia nell’uomo che nella donna: recenti studi hanno infatti dimostrato una correlazione tra insufficienza di vitamina D e una maggiore incidenza dell’infertilità la cui causa può essere ambientale (es. paesi del nord Europa o particolarmente inquinati), o religiosa (è il caso delle donne che coprono quasi interamente il proprio corpo). Nelle donne con valori ritenuti ottimali di vitamina D, compresi tra 20 e 40 ng/ml, si è notato l’azione positiva che la vitamina svolge sull’endometrio contribuendo a favorire l’impianto dell’embrione e riducendo le molecole infiammatorie a livello endometriale. Anche negli uomini la mancanza di questo nutriente può influire sul numero, forma e motilità degli spermatozoi.

I sintomi di una carenza di vitamina D

La carenza di vitamina D può essere silenziosa, ma nel tempo può manifestarsi con sintomi più o meno specifici. Tra i segnali più comuni troviamo:

  • Stanchezza e affaticamento cronico;
  • Dolori muscolari e articolari;
  • Debolezza muscolare;
  • Umore depresso o irritabilità;
  • Infezioni frequenti;
  • Problemi di fertilità o difficoltà nel concepimento;
  • Osteopenia o osteoporosi nei casi più avanzati.

Le cause più comuni della carenza di vitamina D

Ci sono diversi motivi per cui i livelli di vitamina D possono scendere sotto la soglia ottimale. Le cause più frequenti includono:

  • Scarsa esposizione solare: chi vive in paesi con clima freddo o passa molte ore in ambienti chiusi rischia facilmente una carenza.
  • Carnagione scura: la maggiore quantità di melanina riduce la capacità della pelle di produrre vitamina D.
  • Età avanzata: con il tempo, la pelle perde efficienza nella sintesi della vitamina.
  • Alimentazione povera di alimenti contenenti vitamina D, come pesce grasso, uova, fegato.
  • Malassorbimento intestinale, come nel caso di celiachia, morbo di Crohn o altre patologie digestive.
  • Sovrappeso e obesità, che riducono la biodisponibilità della vitamina D accumulata nel tessuto adiposo.

Vitamina D e PMA

Bassi livelli di vitamina D sono associati a condizioni come:

Studi scientifici evidenziano che la vitamina D svolge un ruolo essenziale nella fertilità femminile. Al contrario, una sua carenza può ridurre questa capacità, evidenziando quanto sia cruciale mantenere livelli adeguati di vitamina D per supportare la salute riproduttiva.

Rimedi naturali per aumentare i livelli di vitamina D

La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, è possibile contrastare la carenza di vitamina D con alcune strategie naturali e cambiamenti nello stile di vita:

  • Esporsi al sole in modo regolare e sicuro: anche solo 15-30 minuti al giorno di esposizione al sole (meglio nelle ore centrali della giornata, con braccia e gambe scoperte) possono essere sufficienti, soprattutto in primavera ed estate. L’importante è trovare un equilibrio per non danneggiare la pelle.
  • Integrare alimenti ricchi di vitamina D: alcuni cibi possono aiutare a migliorare i livelli, tra cui: pesci grassi (salmone, sgombro, sardine), olio di fegato di merluzzo, tuorlo d’uovo, fegato, funghi esposti alla luce solare
  • Scegliere integratori di qualità, se necessario: in presenza di una carenza diagnosticata (tramite esame del sangue), il medico può consigliare l’assunzione di vitamina D in forma di integratore, adattando il dosaggio in base ai valori ematici e alle esigenze individuali, soprattutto nel contesto della fertilità e dei trattamenti di PMA.
  • Adottare uno stile di vita sano: attività fisica regolare, alimentazione equilibrata e mantenimento del peso corporeo contribuiscono al corretto metabolismo della vitamina D.

Conclusione

La vitamina D è molto più di una semplice vitamina: è un alleato fondamentale per la salute e per la fertilità. Una sua carenza può avere conseguenze anche sul successo dei trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita, per questo è importante monitorarne i livelli e agire in modo tempestivo.

Se stai affrontando un percorso di PMA o stai cercando una gravidanza da tempo senza successo, valuta insieme al tuo specialista anche lo stato nutrizionale e, in particolare, i livelli di vitamina D. Spesso, piccoli accorgimenti possono fare una grande differenza.

Gravidanza extrauterina: segnali d’allarme e interventi necessari

La gravidanza extrauterina, o gravidanza ectopica, è una condizione patologica caratterizzata dall’anomalo impianto di un embrione, che si annida in sedi diverse dell’utero. È una condizione medica che può mettere a rischio la salute della donna e compromettere il futuro riproduttivo. Riconoscerla in tempo è fondamentale per intervenire tempestivamente e prevenire complicazioni.

Cos’è una gravidanza extrauterina?

Quando si verifica un concepimento normale, lo spermatozoo feconda l’ovulo all’interno della tuba. L’ovulo fecondato e maturato in embrione, percorre quindi la tuba e raggiunge la cavità uterina e qui si impianta. In caso di gravidanza ectopica, tuttavia, questo passaggio non avviene in maniera corretta e l’embrione si impianta in un’altra sede. Nella maggior parte dei casi questa sede è rappresentata dalle tube di Falloppio, ma può capitare anche nelle ovaie, nella cavità addominale o nella cervice uterina. Una gravidanza extrauterina non può procedere normalmente poiché tali sedi di impianto non sono in grado di supportare la crescita dell’embrione. La gravidanza ectopica, se non trattata per tempo può provocare complicanze potenzialmente letali per la paziente.

I sintomi della gravidanza extrauterina

Nelle fasi iniziali, una gravidanza extrauterina può presentare sintomi simili a quelli di una gravidanza normale: ritardo mestruale, test di gravidanza positivo, nausea, tensione mammaria. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che devono far sospettare qualcosa di anomalo:

  • Dolore pelvico o addominale intenso, spesso localizzato da un solo lato
  • Sanguinamento vaginale anomalo o perdite scure
  • Debolezza, vertigini o svenimenti, legati a una perdita di sangue interna

È importante sottolineare che non tutte le donne manifestano sintomi evidenti. In alcuni casi, la gravidanza extrauterina viene scoperta solo durante un’ecografia di routine.

Diagnosi della gravidanza extrauterina

La diagnosi tempestiva è essenziale per evitare complicazioni. Quando si sospetta una gravidanza extrauterina, il medico procede con:

  • Dosaggio della beta-hCG: i livelli di questo ormone, che normalmente raddoppiano ogni 48 ore in una gravidanza intrauterina, possono aumentare più lentamente o fermarsi in caso di gravidanza extrauterina
  • Ecografia transvaginale: è l’esame principale per localizzare la gravidanza. Se l’utero risulta vuoto ma i livelli di beta-hCG sono elevati, è altamente sospetta una gravidanza ectopica.
  • Esami del sangue e valutazione clinica: possono aiutare a monitorare l’evoluzione e a valutare la presenza di complicazioni.

Trattamenti per la gravidanza extrauterina

Le opzioni terapeutiche variano in base allo stadio della gravidanza, alla posizione dell’impianto e allo stato di salute della paziente. Le principali modalità di trattamento sono:

  • Trattamento farmacologico: se la gravidanza è stata diagnosticata precocemente e non ci sono conplicanze, si può somministrare il metotrexate, un farmaco che interrompe lo sviluppo dell’embrione e ne consente il riassorbimento spontaneo. È una soluzione non invasiva, ma richiede controlli frequenti.
  • Intervento chirurgico: in presenza di emorragie, rottura della tuba o fallimento del trattamento farmacologico, è necessario intervenire chirurgicamente, solitamente in laparoscopia.
  • Attesa vigile: in rari casi, se i livelli di hCG sono molto bassi e in calo, si può optare per un monitoraggio attivo senza intervento, in attesa della risoluzione spontanea.

 

Gravidanza extrauterina e desiderio di genitorialità

La gravidanza extrauterina rappresenta un evento delicato non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo. Una volta superata l’emergenza, è normale porsi domande sul futuro riproduttivo.

Le donne che hanno avuto una gravidanza ectopica hanno un rischio maggiore di averne un’altra, soprattutto se c’è stato un danno alle tube. Procedere ad un trattamento di Procreazione Medicalmente Assistita può essere suggerito alla coppia che desidera diventare genitori ma trovano difficoltà a causa della presenza di problemi tubarici, in quanto permette di bypassare le tube di Falloppio.

Conclusione

La gravidanza extrauterina è una condizione clinica delicata ma, se riconosciuta in tempo, può essere trattata con successo. Ascoltare il proprio corpo e non sottovalutare sintomi anomali è il primo passo per proteggere la propria salute e preservare la fertilità futura. Nel caso in cui si sia già vissuta un’esperienza di gravidanza ectopica o si ha difficoltà a concepire è fondamentale rivolgersi a uno specialista in fertilità che può aiutare a ritrovare fiducia e serenità nel progetto di genitorialità.

 

Crampi in gravidanza: quando preoccuparsi e come alleviarli

I crampi al ventre in gravidanza sono un fenomeno comune ma che può suscitare preoccupazione. Comprendere le cause di questi crampi, distinguere quelli fisiologici da quelli che richiedono attenzione medica e conoscere strategie efficaci per il sollievo può aiutare a vivere la gravidanza con maggiore serenità.

Perché si verificano i crampi in gravidanza?

I crampi addominali in gravidanza possono essere causati da diversi fattori, spesso legati ai cambiamenti fisiologici che il corpo affronta per sostenere la gestazione.

Cambiamenti Ormonali

Durante la gravidanza, l’aumento del progesterone rilassa i muscoli lisci, inclusi quelli dell’apparato gastrointestinale, rallentando la digestione. Questo può causare gonfiore, accumulo di gas e crampi addominali. L’ormone relaxina contribuisce a rendere i legamenti più elastici per preparare il corpo al parto. Questo può causare dolore o crampi dovuti allo stiramento dei legamenti.

Crescita dell’Utero

Con l’avanzare della gravidanza, l’utero si espande per accogliere il feto in crescita. Questo processo può causare tensione nei muscoli e nei legamenti circostanti, provocando crampi o dolori noti come “dolore del legamento rotondo”. La pressione esercitata dall’utero in crescita su altri organi, come la vescica o l’intestino, può contribuire al disagio.

Impianto dell’Embrione

Nei primi giorni di gravidanza (10-14 giorni dopo il concepimento), l’impianto dell’embrione nell’endometrio può causare lievi crampi simili a quelli mestruali. Questo fenomeno è spesso accompagnato da spotting leggero.

Disturbi Gastrointestinali

La stitichezza è molto comune in gravidanza a causa del rallentamento della motilità intestinale indotto dagli ormoni e dalla compressione dell’intestino da parte dell’utero. Questo può portare a crampi addominali.

Contrazioni di Braxton Hicks

Nel secondo e terzo trimestre, queste contrazioni uterine irregolari e indolori possono essere percepite come una sensazione di tensione o crampi addominali. Sono considerate una preparazione al travaglio e non rappresentano un rischio.

Quando i crampi al ventre in gravidanza sono normali?

Nella maggior parte dei casi, i crampi lievi e transitori non sono motivo di preoccupazione. I crampi al ventre in gravidanza sono considerati normali se presentano le seguenti caratteristiche:

  1. Intensità lieve o moderata: i crampi non sono troppo intensi e non aumentano nel tempo.
  2. Occasionali e transitori: si verificano sporadicamente e non sono persistenti.
  3. Scompaiono con il riposo o il cambio di posizione: migliorano o scompaiono dopo aver riposato o cambiato posizione.
  4. Associati a processi fisiologici: sono legati a normali processi come la digestione o l’espansione dell’utero.

Quando preoccuparsi: segnali d’allarme

Tuttavia, alcuni tipi di crampi addominali in gravidanza possono essere indice di complicazioni che richiedono un consulto medico urgente. Tra i sintomi da non sottovalutare troviamo:

  • Crampi intensi e persistenti: dolore addominale severo che non si attenua con il riposo.
  • Sanguinamento o perdite ematiche: potrebbero indicare un rischio di aborto spontaneo nelle prime fasi della gravidanza o problemi alla placenta nei trimestri successivi.
  • Dolore accompagnato da febbre, nausea o vomito: potrebbero essere segnali di infezioni, appendicite o altre condizioni mediche.
  • Dolore localizzato su un solo lato dell’addome: specialmente nelle prime settimane, potrebbe essere indice di una gravidanza extrauterina.
  • Contrazioni regolari e dolorose prima della 37ª settimana: potrebbero indicare un travaglio pretermine.
  • Dolore lombare intenso e pressione pelvica: potrebbe suggerire un problema alla cervice o un’infiammazione.

In presenza di uno o più di questi sintomi, è importante contattare immediatamente il proprio ginecologo o recarsi in pronto soccorso.

Come alleviare i crampi addominali in gravidanza

Se i crampi sono di natura fisiologica, ci sono diverse strategie per alleviarli e ridurre il disagio:

  • Riposo e cambi di posizione: sdraiarsi sul lato sinistro può migliorare il flusso sanguigno all’utero e ridurre i crampi.
  • Idratazione adeguata: bere molta acqua aiuta a prevenire crampi muscolari e a migliorare la digestione.
  • Alimentazione equilibrata: consumare fibre e alimenti facilmente digeribili riduce la stitichezza e il gonfiore addominale.
  • Attività fisica moderata: camminare o praticare yoga prenatale può migliorare la circolazione e prevenire il disagio addominale.
  • Impacchi caldi: una borsa dell’acqua calda posizionata sul ventre (a temperatura moderata) può rilassare i muscoli addominali.
  • Bagni caldi: immergersi in acqua tiepida può favorire il rilassamento e ridurre i crampi.
  • Esercizi di respirazione e rilassamento: tecniche come la respirazione profonda possono ridurre la tensione muscolare e migliorare il comfort.

I crampi al ventre in gravidanza sono un fenomeno comune e, nella maggior parte dei casi, non indicano problemi gravi. Tuttavia, è essenziale saper distinguere tra crampi fisiologici e segnali d’allarme che richiedono una valutazione medica.

Se hai dubbi sui tuoi sintomi o vuoi una consulenza più approfondita, i nostri specialisti in Medicina della Riproduzione nei centri Genera PMA sono a tua disposizione per offrirti il supporto e l’assistenza di cui hai bisogno.

Calcolo dei giorni fertili: guida completa per massimizzare le possibilità di concepimento

Comprendere il proprio ciclo mestruale è fondamentale per individuare i giorni più fertili e massimizzare le probabilità di concepimento. Sapere quando avviene l’ovulazione aiuta a concentrare i rapporti nel periodo più favorevole per ottenere una gravidanza. In questa guida scoprirai come calcolare i giorni fertili, quali sono i segnali dell’ovulazione e quali strategie possono aiutarti ad aumentare le chance di concepire naturalmente.
Comprendere il proprio ciclo mestruale è fondamentale per individuare i giorni più fertili e massimizzare le probabilità di concepimento. Sapere quando avviene l’ovulazione aiuta a concentrare i rapporti nel periodo più favorevole per ottenere una gravidanza. In questa guida scoprirai come calcolare i giorni fertili, quali sono i segnali dell’ovulazione e quali strategie possono aiutarti ad aumentare le chance di concepire naturalmente.

Ciclo mestruale: cos’è e come influenza la fertilità?

Il ciclo mestruale è un processo fisiologico che dura in media 28 giorni, ma può variare tra 25 e i 38 giorni. Si divide in tre fasi principali:
1. Fase follicolare: inizia con il primo giorno del flusso mestruale e dura fino all’ovulazione. Le mestruazioni si verificano in seguito alla diminuzione dei livelli di estrogeni e progesterone, che causa lo sfaldamento del rivestimento uterino (endometrio). Durante la fase follicolare, un follicolo ovarico cresce progressivamente fino alla maturazione finale.
2. Fase ovulatoria: si verifica quando il follicolo dominante maturo si rompe e rilascia l’ovocita. Questo fenomeno avviene generalmente a metà del ciclo, circa 14 giorni prima dell’arrivo della mestruazione successiva. L’ovocita viene rilasciato dall’ovaio e inizia il suo percorso verso l’utero attraverso una delle tube di Falloppio.
3. Fase luteale: inizia dopo l’ovulazione e dura fino all’arrivo delle mestruazioni successive. Il follicolo ovarico, dopo aver rilasciato l’ovocita, si trasforma in corpo luteo, che produce progesterone per preparare l’endometrio all’impianto di un embrione. Se l’ovocita viene fecondato e si impianta nell’utero inizia la gravidanza, mentre se la fecondazione non avviene il corpo luteo si dissolve, i livelli ormonali diminuiscono e inizia un nuovo ciclo con la comparsa del flusso mestruale.

Quali sono i giorni migliori per concepire?

La “finestra fertile” si riferisce al periodo del ciclo mestruale in cui la probabilità di concepimento spontaneo è massima ed è determinata dalla durata della vita degli spermatozoi e dell’ovocita.
Gli spermatozoi possono sopravvivere fino a 5 giorni nel tratto riproduttivo femminile in condizioni ottimali mentre l’ovocita, una volta rilasciato dall’ovaio, rimane vitale e fecondabile per circa 12-24 ore. In questo senso, i giorni più fertili sono quelli più vicini all’ovulazione e la finestra fertile si estende per circa 5 giorni prima dell’ovulazione e fino a un massimo di 24 ore dopo.
La fertilità femminile è tuttavia influenzata soprattutto dall’età della donna: a partire dai 35 anni, la fertilità inizia infatti marcatamente a diminuire. Ciò è dovuto al graduale declino della quantità e qualità delle cellule uovo (ovociti): con l’avanzare dell’età il numero di ovociti nelle ovaie (la riserva ovarica) diminuisce, ma soprattutto peggiora progressivamente la loro qualità. Gli ovociti rimanenti presentano una maggiore probabilità di generare embrioni con anomalie del numero dei cromosomi, aumentando il rischio di aborti spontanei e di anomalie cromosomiche nel bambino.

Perché questi giorni sono i migliori?

L’ovocita ha una vita di breve durata, mentre gli spermatozoi hanno bisogno di tempo per raggiungere le tube di Falloppio e devono rimanere vitali fino al suo rilascio. Concentrare i rapporti sessuali qualche giorno prima dell’ovulazione assicura che al momento del rilascio dell’ovocita siano già presenti spermatozoi pronti per la fecondazione nelle tube di Falloppio. Il picco massimo di fecondabilità si ha quando il rapporto sessuale avviene entro i 2 giorni precedenti l’ovulazione.

Come calcolare i giorni fertili

Metodo Ogino-Knaus

Questo metodo consiste nell’annotazione sul calendario della durata del ciclo mestruale per almeno sei mesi consecutivi. Si calcola la durata media considerando per ogni mese i giorni compresi tra l’inizio di una mestruazione e l’inizio della successiva. In generale, per tutte le donne la durata della fase luteale (successiva all’ovulazione) si considera approssimativamente di 14 giorni. Si presume quindi che l’ovulazione si verifichi intorno al 14° giorno del ciclo se la sua durata media è di 28 giorni, mentre si stima avvenga al 16° giorno per le donne che hanno cicli di 30 giorni, e così via. Questo è tuttavia il metodo meno affidabile a causa delle variazioni fisiologiche di durata del ciclo mestruale.

Metodo Billings

Si basa sull’osservazione delle secrezioni vaginali. Nei giorni successivi alle mestruazioni, il muco cervicale è scarso o assente mentre man mano che ci si avvicina all’ovulazione, il muco aumenta di quantità e diventa più trasparente e filante, simile all’albume d’uovo. Il muco fertile indica che l’ovulazione è imminente. È più affidabile del metodo Ogino-Knaus, ma richiede una certa pratica per interpretare correttamente le variazioni del muco cervicale.

Temperatura basale

Questo metodo prevede la misurazione della temperatura corporea ogni mattina, appena svegli, prima di alzarsi dal letto. Durante la prima metà del ciclo, la temperatura basale è relativamente stabile. Dopo l’ovulazione, si verifica un aumento di temperatura di circa 0,2-0,5 gradi Celsius, dovuto all’aumento del progesterone. È un metodo che richiede costanza e può essere influenzato da diversi fattori come malattie, stress o variazioni del sonno.

Test fai da te

I test di ovulazione rilevano la presenza dell’ormone luteinizzante (LH) nelle urine. L’LH aumenta bruscamente 24-36 ore prima dell’ovulazione perciò se effettuato giornalmente, seguendo le istruzioni del produttore, permette di individuare il picco di LH e prevedere l’ovulazione.
Se il ciclo è irregolare, il monitoraggio della temperatura basale e il Metodo Billings sono i più utili perché aiutano a identificare i segnali del corpo relativi all’ovulazione.
In generale, tutti questi metodi possono però aumentare lo stress percepito dalla coppia durante i tentativi di concepimento spontaneo e dovrebbero quindi essere utilizzati solo come guida per incrementare la frequenza dei rapporti (ogni 1-2 giorni) durante la finestra più fertile.

Infertilità: quando preoccuparsi?

L’infertilità è definita come l’incapacità di concepire dopo 12 mesi di rapporti sessuali regolari, non protetti e mirati al periodo fertile. Per le donne di età pari o superiore a 35 anni, questo periodo si riduce a 6 mesi. È consigliabile consultare un medico specialista in fertilità nelle seguenti situazioni:

  • Se la coppia non riesce a concepire dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti.
  • Le donne di età pari o superiore a 35 anni dovrebbero consultare un medico dopo 6 mesi di tentativi infruttuosi, a causa del declino naturale della fertilità con l’età.
  • In presenza di fattori di rischio noti e condizioni mediche che possono aumentare le probabilità di infertilità, come:
    – Cicli mestruali irregolari o assenti
    – Storia di malattie infiammatorie pelviche
    Endometriosi
    – Precedenti interventi chirurgici pelvici
    – Trattamenti per il cancro (chemioterapia o radioterapia)
    – Problemi di fertilità noti nel partner maschile
  • Aborti spontanei ricorrenti

La fecondazione assistita come soluzione

La fecondazione assistita (PMA) rappresenta una soluzione concreta e sempre più accessibile per molte coppie che affrontano problemi di infertilità. Attraverso una serie di tecniche mediche, come l’inseminazione intrauterina o la FIVET-ICSI, la PMA interviene nel processo riproduttivo per aumentare le probabilità di concepimento.
Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel 2024, relativi all’anno 2022, in Italia:

  • Sono stati eseguiti 109.755 cicli di PMA.
  • Grazie alle tecniche di PMA sono nati 16.718 bambini, pari al 4,3% dei nati.
  • La percentuale di parti multipli, uno dei maggiori rischi della PMA, è scesa dal 23,2% del 2005 al 5,9% del 2022.

Tuttavia, è importante considerare che il successo della PMA dipende da diversi fattori e che è fondamentale rivolgersi a un centro specializzato in Medicina della Riproduzione come Genera per una valutazione accurata e un trattamento personalizzato.