Utero retroverso e gravidanza

L’utero retroverso, conosciuto anche come utero retroflesso, è un’alterazione caratterizzata dall’inclinazione dell’utero verso la parte posteriore anziché anteriore.

Spesso asintomatico, può derivare da diverse cause, come endometriosi, gravidanza o condizioni patologiche tra cui fibromi o tumori.

 

Cos’è l’utero

L’utero è un piccolo organo a forma di pera capovolta lungo circa 7,5 cm, con un diametro massimo di circa 5 cm e un peso di 30-40g. Nello scavo pelvico ha una posizione che viene definita antiflessa e antiversa. L’utero è un organo molto elastico, in grado di cambiare posizione e forma gradualmente e si adatta, nel corso della gravidanza, allo sviluppo del feto.

 

Utero retroverso: cause e sintomi

L’utero retroverso è una condizione specifica in cui l’utero assume una posizione diversa, inclinato all’indietro anziché in avanti e tende ad appoggiarsi sull’intestino, con diversi gradi:

  • utero retroverso di primo grado quando l’angolo è compreso tra 90° e 180°;
  • utero retroverso di secondo grado quando la retroversione è di circa 180°, quindi utero e vagina si trovano sullo stesso asse;
  • utero retroverso di terzo grado quando l’angolo è maggiore di 180°.

Il più delle volte non presentano sintomi ed è considerato una semplice variazione anatomica della posizione dell’utero piuttosto che una malattia o malformazione. Tuttavia, in alcuni casi, possono insorgere sintomi come tensione addominale e dolori vari (pelvici, lombari, intestinali, durante le mestruazioni o durante i rapporti sessuali).

Nella maggior parte dei casi l’utero retroverso è una condizione congenita, quindi presente sin dalla nascita, oppure può essere acquisita, quando la posizione dell’utero cambia nel tempo a causa di diversi fattori, come ad esempio:

  • Endometriosi/adenomiosi;
  • In seguito al parto (solitamente se difficile) o a un aborto;
  • In menopausa a causa dell’indebolimento dei muscoli pelvici;
  • Fibromi o tumori che deformano e ingrandiscono l’utero
  • Malattia infiammatoria pelvica o infezioni, nel caso in cui si formino delle aderenze o delle cicatrici sull’utero provocando uno spostamento dello stesso all’indietro;
  • Conseguenze di un’operazione chirurgica.

 

Come avviene la diagnosi dell’utero retroverso?

Si può verificare la presenza di utero retroverso procedendo ad alcuni accertamenti.

Tramite una accurata visita ginecologica si provvederà ad effettuare la visita vaginale bimanuale. La retroversione dell’utero può essere rilevata anche mediante l’esame speculare. Con l’ecografia pelvica transvaginale, si possono determinare le dimensioni, la posizione e le relazioni dell’utero con gli organi vicini nella cavità pelvica.

 

Quali sono i principali trattamenti?

Il trattamento può essere farmacologico nei casi in cui la sintomatologia presenti dolore pelvico, tensione o pesantezza addominale o dolore lombare.

Nei casi in cui questa condizione sia dovuta a cause organiche o in seguito a un parto difficile, il trattamento deve essere chirurgico o manipolativo durante le procedure intra- partali.

L’utero retroverso è una condizione che può restare silente o asintomatica, non trattandosi di una malformazione, ma di una variante della normale anatomia

 

Flessione e versione dell’utero: cosa significa?

In condizioni normali la posizione dell’utero è in antiflessione, ovvero il corpo dell’utero è piegato in avanti sopra la faccia superiore della vescica urinaria.

Se, invece, si piega all’indietro verso il sacro si parla di retroflessione, condizione priva di significato clinico che si manifesta nel 20% delle donne adulte.

Flessione dell’utero

Per flessione dell’utero si intende l’angolo che si forma tra l’asse del corpo e l’asse del collo uterino.

Si parla di antiflessione quando l’angolo che si stabilisce tra questi due assi è aperto anteriormente verso la sinfisi pubica, cioè l’articolazione che unisce il pube di destra al pube di sinistra, e di retroflessione quando l’angolo si stabilisce dalla parte opposta.

Versione dell’utero

Per versione dell’utero si intende invece l’angolo che si stabilisce tra vagina e collo dell’utero.

Si parla di antiversione quando, in condizioni normali tale angolo è di circa 90°, e di retroversione quando l’angolo tra questi due assi > 90°.

 

Cosa succede all’utero retroverso in gravidanza?

Durante la gravidanza, il decorso è generalmente simile a quello di una donna con utero antiverso.
Intorno al terzo mese di gravidanza, l’utero retroverso tende a raddrizzarsi spontaneamente. Di solito, con l’aumento del volume dell’utero durante la gravidanza, esso si allinea e si adatta alla crescita fetale.

Nelle prime settimane di gravidanza, l’utero retroverso può causare sintomi come una sensazione di peso sull’intestino retto. Tuttavia, man mano che l’utero cresce, questi sintomi scompaiono e l’utero tende a riassumere la posizione corretta. Pertanto, questo non rappresenta un problema per il parto.

 

L’utero retroverso compromette la possibilità di rimanere incinta?

Questa condizione anatomica non influisce sul concepimento e sul decorso della gravidanza. Anche se in alcuni casi può rendere le procedure di Procreazione Medicalmente Assistita leggermente più indaginose, come ad esempio durante il transfer embrionario, in generale non ha un impatto significativo.

Non essendoci una correlazione specifica, se vi sono eventuali impedimenti alla gravidanza, si consiglia di indagare ulteriori problematiche affidandosi ad uno specialista esperto in Medicina della Riproduzione.

La probabilità di aborto spontaneo è statisticamente simile sia nelle donne con utero retroverso sia in quelle con utero in posizione normale. Pertanto, la fertilità non è compromessa dall’utero retroverso e una gravidanza può procedere normalmente.

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