Cos’è la PMA, come funziona e a chi è rivolta

La PMA rappresenta l’insieme delle tecniche di inseminazione utilizzate per aiutare le coppie che desiderano diventare genitori nei casi in cui il concepimento spontaneo non è possibile o difficoltoso. In questo articolo approfondiremo i diversi aspetti della Procreazione Medicalmente Assistita, le tecniche utilizzate, a chi è rivolta e il suo funzionamento.

Cos’è la PMA

La PMA è l’acronimo utilizzato per definire la Procreazione Medicalmente Assistita, ossia l’area della medicina di alta specialità e complessità che ha come obiettivo quello di fornire un aiuto alle coppie che hanno difficoltà nel concepimento tramite l’utilizzo di tecniche di inseminazione artificiale.

L’infertilità è una patologia?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS – considera l’infertilità una patologia, e suggerisce di eseguire degli accertamenti per determinare la presenza di uno o più ostacoli al concepimento se dopo almeno 12 mesi di rapporti regolari e non protetti, non si arrivi al concepimento. Questo range temporale si abbassa a 6 mesi nel caso in cui la donna abbia un’età superiore a 35 anni, o in presenza di fattori di rischio come ad esempio precedenti interventi chirurgici, infezioni all’utero, storie di endometriosi o altre patologie ginecologiche dell’apparato riproduttivo.

Una diagnosi tempestiva di eventuali patologie che rendono complicato il concepimento spontaneo, come insufficiente produzione di spermatozoi o assenza di ovulazione, e una maggiore conoscenza del funzionamento dell’apparato riproduttivo, potrebbe permettere di intervenire sui problemi di fertilità con trattamenti  mirati tramite l’utilizzo delle tecniche di PMA che possono dunque offrire una possibile soluzione ai problemi di infertilità di coppia.

A chi è rivolta la PMA?

I casi in cui è possibile dunque accedere alla PMA sono quando:

  • Sia stata accertata l’impossibilità di rimuovere le cause che impediscono la procreazione;
  • Nei casi di infertilità o sterilità derivanti da causa accertata e certificata da atto medico;
  • Nei casi in cui la coppia, pur essendo fertile, è portatrice di malattie genetiche trasmissibili per cui è necessario eseguire una diagnosi genetica dell’embrione;
  • Nei casi in cui nella coppia fertile uno dei due partner è portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili – ad esempio AIDS, epatite B o C.

In Italia, l’applicazione della Procreazione Medicalmente Assistita è regolata dalla Legge 40/2004. La Legge è stata oggetto di diverse modifiche introdotte da quattro sentenze della Corte Costituzionale che hanno stabilito che il ricorso alle tecniche di PMA è consentito alle sole coppie: maggiorenni, di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile e con i partner entrambi viventi.

Rimane quindi non consentito:

  • L’accesso alle tecniche di inseminazione artificiale alle coppie dello stesso sesso o a single;
  • Portare avanti una gravidanza per conto di altri (gestazione per altri);
  • Donare gli ovuli;
  • Fecondare gli ovociti con spermatozoi del partner deceduto.

Come funziona la PMA?

Le tecniche di PMA si distinguono in tecniche di I, II e III livello.

Le tecniche di I livello sono le più semplici, meno invasive e caratterizzate dal fatto che l’unione dell’ovulo e dello spermatozoo si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile. Quelle di II e III livello sono invece più complesse e si caratterizzano per il fatto che la fecondazione avvenga in vitro, cioè all’interno dell’apparato riproduttivo femminile.

PMA di I livello

L’inseminazione intrauterina  – IUI – (IntraUterine Insemination) è la tecnica più semplice di PMA.

In questo caso, il liquido seminale viene opportunamente preparato in laboratorio, viene depositato nella cavità uterina con un apposito catetere con lo scopo di aumentare la densità dei gameti nel sito dove avviene la fecondazione, e quindi facilitare l’incontro tra lo spermatozoo e l’ovocita.

Quando fare/a chi è rivolta l’inseminazione itrauterina – IUI

Viene suggerita questa tecnica nei casi in cui:

  • La coppia presenta infertilità idiopatica, cioè nei casi in cui il mancato concepimento abbia cause sconosciute;
  • Il mancato concepimento dipenda da un fattore psicologico;
  • L’uomo soffra di disfunzione erettile;
  • L’uomo soffra di eiaculazione retrograda;
  • La donna soffra di vaginismo;
  • L’uomo soffra di impotenza;
  • Fattore maschile lieve;
  • Endometriosi lieve e moderata;
  • Causa immunologica;
  • Coppie sierodiscordanti (ad esempio partner maschile portatore di una malattia virale) in cui è indicato un lavaggio del liquido seminale pre-trattamento;
  • Volontà della paziente (in caso obiezioni etiche e religiose nei confronti della FIV);
  • Donazione di gameti maschili per sterilità del partner maschile;
  • Discrezione dello specialista in base al caso clinico specifico.

PMA di II e III livello

Nel caso di tecniche di II e III livello, la fecondazione non avviene nel corpo della donna, ma in laboratorio, appunto definite tecniche di inseminazione in vitro. Per l’applicazione di queste tecniche vengono utilizzate metodologie più sofisticate con protocolli di fertilizzazione in vitroFIVET o ICSI, tecniche di prelievo chirurgico di spermatozoi e di crioconservazione dei gameti maschili, femminili e di embrioni.

FIVET e ICSI: cosa sono e quali sono le differenze

La FIVET e l’ICSI sono due tecniche di fecondazione in vitro che differiscono per la modalità di fecondazione dell’ovocita.

Nella FIVET (Fertilization In Vitro with Embryo – Transfer), gli ovociti prelevati e ritenuti idonei e gli spermatozoi ottenuti in seguito al trattamento, vengono messi a contatto su delle piastre in modo tale da permettere l’incontro, e quindi la fecondazione, del gamete femminile tramite l’ingresso spontaneo dello spermatozoo.

La ICSI (Intra Cytoplasmatic Sperm Injection) è una tecnica che viene suggerita nei casi di infertilità dovuti al fattore maschile di grado severo, o nei casi di precedenti fallimenti con la tecnica FIVET. In questi casi la fecondazione viene ulteriormente “aiutata” in quanto lo spermatozoo è direttamente iniettato all’interno dell’ovocita. Nei 2 o 3 giorni successivi gli ovociti fecondati possono svilupparsi in embrioni pronti per essere trasferiti nell’utero.

Decorso post PMA

Prima di tutto è importante ricordarsi che un trattamento di fecondazione in vitro non è una singola terapia ma deve essere considerato come un “percorso”. In questo ambito, infatti, le percentuali di successo vengono espresse per “percentuali cumulative”, cioè dopo aver trasferito tutti gli embrioni ottenuti da un singolo ciclo di trattamento.

Dopo aver effettuato un ciclo di PMA, a seconda del tipo di tecnica e in accordo con il proprio ginecologo, è consigliabile proseguire con la propria vita quotidiana, effettuare passeggiata, seguire una dieta sana ed equilibrata, andare al lavoro (a meno che questo non richiesta un eccessivo impegno fisico), e continuare la terapia prescritta dal medico.

Viene sconsigliato invece un riposo assoluto, bagni caldi e idromassaggio, effettuare sport come sollevamento pesi o sforzi addominali, o seguire una dieta fai da te. È anche sconsigliato effettuare un test di gravidanza prima del termine.

Costo della PMA

I costi delle tecniche di inseminazione artificiale dipendono dal tipo e dalla complessità del trattamento. La trasparenza dei costi è da sempre una priorità per il gruppo GENERA, che fin dalla sua nascita ha reso pubblici e consultabili sul proprio sito web i tariffari dei vari centri, è trasparente anche per quanto riguarda i costi dei trattamenti di PMA.

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