Prima visita in un percorso PMA: cosa sapere

Prima visita in un percorso PMA

La Procreazione Medicalmente Assistita – in breve PMA, cioè l’insieme delle tecniche finalizzate ad aiutare nel concepimento – rappresenta un passo importante e delicato per molte coppie che desiderano realizzare il proprio sogno di genitorialità. Il primo passo per realizzare questo percorso è effettuare una prima vista, occasione fondamentale per approfondire l’argomento, conoscere meglio gli specialisti, comprendere le opzioni di trattamento disponibili e avviare gli accertamenti necessari.

Prima visita PMA: come funziona

La prima visita di un percorso di PMA si svolge in un centro specializzato in procreazione assistita e coinvolge entrambi i partner. In questa occasione, viene studiata la storia familiare e personale della coppia, con la valutazione di esami effettuati in eventuali trattamenti di PMA precedenti.

Durante questo incontro, verranno:

  • spiegate le procedure di PMA che il medico individuerà sulla base della condizione clinica emersa;
  • illustrate le percentuali di successo in base al caso specifico e discussi gli eventuali rischi legati al trattamento;
  • ascoltate le esigenze e le aspettative della coppia al fine di poter scegliere un percorso condiviso;
  • discussi e consegnati i consensi informati;
  • prescritti i farmaci necessari al trattamento.

A chi è rivolta la prima visita di Procreazione Medicalmente Assistita

La prima visita in PMA consiste nell’inquadramento della coppia alla ricerca della gravidanza da un esperto in fisiopatologia della riproduzione, e viene consigliata per le coppie che stanno ricercando una gravidanza dopo circa 6 – 12 mesi di tentativi non protetti finalizzati al concepimento che non hanno portato a gravidanze, nei casi di coppie che soffrono di infertilità accertata o hanno avuto precedenti fallimenti di fecondazione in vitro o altre tecniche di PMA, oppure nel caso di coppie che desiderano conoscere le opzioni di procreazione medicalmente assistita.

In questa occasione, dunque si procede ad un’analisi della storia clinica della coppia, verrà effettuata una visita ginecologica compresa di ecografia pelvica per valutare l’utero e la riserva ovarica della paziente. Può essere necessaria la prescrizione di esami aggiuntivi per completare il percorso diagnostico al fine di poter individuare un percorso terapeutico personalizzato.

L’iter di esami diagnostici

Gli esami diagnostici prescritti durante la prima visita PMA possono includere:

  • esami del sangue della coppia;
  • esami strumentali per la donna, come l’ecografia transvaginale e l’isterosalpingografia;
  • esami andrologici per l’uomo, come lo spermiogramma e l’ecografia testicolare;
  • eventuali referti di esami per l’infertilità.

Quali documenti portare durante una prima visita

In occasione della prima visita PMA è necessario portare con sé i seguenti documenti:

  • tessera sanitaria di entrambi i partner;
  • codice fiscale di entrambi i partner;
  • eventuale documentazione medica relativa a precedenti esami o trattamenti per l’infertilità.

Spiegazione dei trattamenti di PMA

In base all’esito degli esami diagnostici e alle caratteristiche della coppia, l’esperto in medicina della riproduzione proporrà il percorso di procreazione assistita più adatto per il caso specifico. Le tecniche di PMA si distinguono in I, II e III livello rispetto al grado di invasività.

Percentuale di successo

È molto importante durante la prima visita che le coppie comprendano come si valuta il tasso di successo di un trattamento. Le percentuali di successo dei trattamenti, infatti, prendono sempre in considerazione i tassi cumulativi, e non le percentuali di successo per singolo trasferimento embrionario, questo perché, statisticamente, le possibilità di ottenere una gravidanza aumentano ad ogni tentativo. Le ricerche evidenziano che i tassi di successo raggiunge il suo potenziale massimo effettuando sei cicli di fecondazione in vitro, utilizzando tutti gli embrioni prodotti in vari trasferimento (a fresco e/o scongelamento). Quindi vengono considerati non solo il primo transfer eseguito a fresco, ma anche eventuali altri transfer che si effettuano con gli embrioni sovrannumerati congelati. Nel nostro centro, la percentuale di cicli che non raggiungono il transfer per assenza di ovociti idonei, per assenza di fecondazione, per assenza di embrioni evolutivi e/o competenti dal punto di vista genetico è pari al 40.3%

Percorso PMA quanto dura

La durata di un percorso di PMA è variabile e dipende da diversi fattori:

  • la storia clinica della coppia;
  • l’età di entrambi i partner, in particolar modo è l’età della donna che può influire maggiormente;
  • la presenza di fattori patologici connessi alla condizione di infertilità;
  • fattori ambientali, come alimentazione, esposizione a sostanze chimiche o a radiazioni;
  • la complessità del caso;
  • la risposta della coppia ai trattamenti;
  • l’eventuale necessità di ripetere i cicli.

In media, un percorso di PMA può durare da alcuni mesi a un anno.

Conclusione

La prima visita di PMA rappresenta un momento importante per iniziare un percorso verso il raggiungimento della gravidanza desiderata. Affidarsi a un centro specializzato e un team di esperti qualificati è fondamentale per ricevere il supporto medico e psicologico necessario per affrontare con serenità e consapevolezza il percorso.

Add Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *