Fertilità: a che età inizia a diminuire?

La fertilità femminile e maschile subisce modificazioni con l’aumentare dell’età, ma sussistono differenze fondamentali tra i due sessi, afferma Laura Buffo, Ginecologa e Responsabile del trattamento di PMA del centro GeneraLife di Marostica.

L’uomo infatti può continuare la produzione di spermatozoi per tutta la vita, anche se sembra che dai 50-55 anni possa iniziare un peggioramento della quantità e qualità dello sperma, per il declino dei livelli ormonali e la possibile presenza di patologie andrologiche. Nella donna, invece, l’età ha un ruolo fondamentale poiché ognuna nasce con un numero di follicoli – che contengono gli ovociti – che si esaurisce col passare degli anni e non esiste alcuna possibilità di rigenerarli. Questa che viene definita ‘riserva ovarica’ può essere compromessa da interventi chirurgici, familiarità per menopausa precoce, fattori ambientali o essere alle volte ridotta senza particolari fattori di rischio”. C’è poi il fattore età: “La fertilità femminile – ricorda la d.ssa Buffo – è massima fino ai 30 anni, subisce un leggerissimo calo intorno ai 32 e invece una riduzione più significativa dai 35 anni. Con l’avanzare dell’età materna aumentano progressivamente le anomalie numeriche cromosomiche degli embrioni prodotti, come pure c’è una minor probabilità di portare a termine la gravidanza.
Nella fascia di età tra 30-35 anni il rischio di anomalie cromosomiche è circa del 30% mentre intorno ai 40 anni del 70%. Questo non significa che la donna dopo una certa età non possa avere più figli, ma è più probabile che i tempi si allunghino e, se sussistono altre problematiche, sia necessario ricorrere a trattamenti medici”.

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