Spotting da ciclo o perdite da impianto: come riconoscerli

Perdite da impianto e spotting da ciclo: come riconoscerlig

In ginecologia, con “spotting” si intende la perdita di piccole quantità di sangue proveniente dall’utero fuori dal contesto del normale ciclo mestruale. Il termine deriva infatti dall’inglese “to spot”, che significa appunto “macchiarsi”.

 

Cos’è lo spotting e come riconoscere le perdite da ciclo e da impianto

Le perdite di sangue che caratterizzano lo spotting si verificano generalmente tra i due cicli mestruali, nei giorni che precedono l’ovulazione oppure subito dopo il ciclo ovarico. La differenza con le mestruazioni è che lo spotting è meno consistente e di un colore diverso (marrone scuro), inoltre non si verificano i sintomi tipici delle mestruazioni come crampi addominali, affaticamento e tensione al seno e sbalzi di umore. Un’altra differenza con il ciclo mestruale è la durata dello spotting, che va da qualche ora a un paio di giorni. Lo spotting non è necessariamente associato alla presenza di una patologia in atto, ma le inattese perdite vaginali di sangue non devono essere sottovalutate ed è importante informare il proprio ginecologo.

Lo spotting può verificarsi anche quando si utilizzano metodi contraccettivi – pillola estroprogestinica, anello vaginale, cerotto, spirale – rappresentando un effetto collaterale transitorio. Nei casi di spotting da utilizzo della pillola, si verifica nei primi 2-3 mesi di assunzione perché causato dall’adattamento dell’organismo alla modulazione ormonale. Se si protrae per più mesi, potrebbe essere causato da una frequenza di assunzione non regolare. Per quanto riguarda la spirale, lo spotting potrebbe essere causato da uno scorretto inserimento.

Lo spotting può verificarsi anche nelle fasi iniziali della gravidanza, definito in questo caso appunto come perdite da impianto. Si manifesta quando l’impianto dell’embrione nell’utero è avvenuto, provocando una lesione nella fase di erosione dei tessuti e creazione dei nuovi vasi sanguigni tipica delle prime fasi di formazione della placenta. Le perdite che si verificano in questa fase iniziale della gravidanza hanno caratteristiche diverse in termini di colore e consistenza rispetto a quelle che si verificano nel periodo intermestruale: possono essere rosate o marroncine, alcune volte associate a leggeri crampi nella zona dell’utero. Non sono molto comuni, si verificano solo nel 20-30% delle donne incinte, quindi non rappresentano un segno certo di inizio gravidanza.

Nonostante lo spotting si verifichi principalmente nelle donne in età fertile, quando si manifesta in età perimenopausale, merita una valutazione attenta perché può essere indicatore di patologie più gravi. Infatti, quando si verifica lo spotting in menopausa può essere indice di patologie oncologiche a carico dell’endometrio o del collo dell’utero.

 

Cause e sintomi

Le perdite di sangue tra due cicli mestruali sono una condizione che non deve essere sottovalutata, nonostante nella maggior parte dei casi rappresenti una condizione innocua e reversibile, è importante informare il proprio ginecologo e individuare le cause, soprattutto per escludere la presenza di patologie. Lo specialista potrà effettuare:

  • una visita ginecologica generale;
  • richiedere esami del sangue con dosaggi ormonali;
  • ecografia transvaginale per studiare l’endometrio;
  • isteroscopia diagnostica, per escludere la presenza di polipi, iperplasie o tumori dell’endometrio;
  • isteroscopia terapeutica, per rimuovere polipi o miomi sottomucosi.

Esami più specifici vengono decisi in casi particolari.

Le cause che provocano il disturbo si classificano in due grandi categorie: organiche e funzionali.

  • Tra le cause organiche rientrano: endometriosi, cisti ovariche, carcinomi, fibromi uterini, polipi, infiammazioni, menopausa precoce.
  • Tra le cause funzionali possono rientrare le alterazioni dell’equilibrio ormonale come stress, disturbi del comportamento alimentare in generale (come obesità o anoressia), diete drastiche, diabete, stili di vita non sani (come fumo o sedentarietà).

 

Spotting durante l’ovulazione

Il periodo in cui è possibile che l’ovulo venga fecondato inizia 2-3 giorni prima dell’ovulazione e termina 1-2 giorni dopo. Pertanto, un rapporto sessuale non protetto avvenuto 3 o 4 giorni prima dell’ovulazione può comunque portare alla fecondazione. L’impianto dell’ovocita maturo avviene circa 6-7 giorni dopo il rapporto sessuale non protetto, momento in cui inizia la produzione della gonadotropoina, la cui unità “beta” è determinante per il risultato del test di gravidanza. Nel caso in cui si stia pianificando una gravidanza e si manifesti lo spotting, è importante rivolgersi al proprio ginecologo o medico curante, soprattutto se si dovessero ripetere con una certa frequenza o per un periodo continuativo.

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