Cos’è la chlamydia? Ce lo spiega la Dr.ssa Maddalena Giuliani

E’ un’infezione sessualmente trasmessa, causata da un batterio intracellulare obbligato, la Chlamydia Trachomatis, spiega Maddalena Giuliani, ginecologa del centro GeneraLife di Roma.

Ecco le sue caratteristiche”.

SINTOMI

“Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica. Occasionalmente può causare sintomi lievi come irritazione vaginale, bruciori, dolore alla minzione, algie pelviche o senso di peso addominale, perdite vaginali e dispareunia(dolore durante i rapporti sessuali)”.

DIAGNOSI

“La diagnosi di infezione da Chlamydia può essere semplice e rapida, mediante esecuzione di un tampone vaginale e cervicale, che viene analizzato in laboratorio, tramite test molecolare basato sull’amplificazione degli acidi nucleici (NAT). Più raramente l’infezione non si rende evidente ed è riconoscibile solo attraverso una laparoscopia diagnostica che evidenzia i danni diretti su specifici organi bersaglio”.

TERAPIA

“Il trattamento prevede l’utilizzo di antibioticoterapia mirata prescritta dallo specialista. Per le infezioni non complicate l’antibiotico di prima scelta è l’azitromicina o doxiciclina; in alternativa eritromicina, levofloxacina o ofloxacina. E’ necessario trattare farmacologicamente anche il partner ed eseguire un tampone di controllo per accertare l’avvenuta negativizzazione dell’infezione”.

PREVENZIONE

“La prevenzione dell’infezione da Chlamydia, come per tutte le malattie sessualmente trasmesse, è basata sull’utilizzo del preservativo in caso di rapporti sessuali occasionali o con nuovo partner”.

INFERTILITA’

“L’infezione da Chlamydia è piuttosto subdola, in quanto nella maggior parte dei casi è totalmente asintomatica. Se misconosciuta, infatti, può progredire e causare la formazione di processi infiammatori pelvici ed, in particolare, a carico delle tube e delle ovaie (idrosalpinge, ascessi tubarici, sindromi aderenziali) con in progressivo aggravamento sintomatologico (febbre , nausea, dolori addominali e diarrea). Tutto questo può generare una riduzione della funzionalità degli organi riproduttivi e conseguente infertilità”.