Cosa c’è da sapere sulla diagnosi pre-impianto alla luce delle nuove evidenze e raccomandazioni

Sono state recentemente pubblicate dalla Società Europea di Riproduzione ed Embriologia Umana (ESHRE) sulla rivista Human Reproduction Open le raccomandazioni operative sulla diagnosi genetica pre-impianto (PGT).

Questa tecnica è molto complessa e richiede un elevato approccio tecnico-scientifico ed una approfondita expertise biologica. La Società Europea ha quindi ritenuto necessario aggiornare le raccomandazioni operative in modo da descrivere dettagliatamente le varie fasi della procedura e far si che sia eseguita mediante stringenti criteri di qualità e sicurezza. Queste raccomandazioni sono indirizzate ai tecnici e non hanno nei loro intenti alcun giudizio critico o clinico.
Il gruppo GENERA ha partecipato alla redazione di tale documento con il Dott. Danilo Cimadomo che ne è coautore.

Oltre alla parte squisitamente tecnica, il documento descrive anche i limiti diagnostici della procedura e dei quali i pazienti devono essere informati in sede di consulenza. Tutte le tecniche genetiche hanno infatti dei limiti, ed è per questo motivo che è necessaria una consulenza pre-test che permetta alla coppia di capire i pro e i contro di ogni procedura.

Data la nostra esperienza tecnica e scientifica (oltre 1.000 cicli di diagnosi pre-impianto eseguiti ogni anno e oltre 200 pubblicazioni scientifiche nel settore) vorremo fare chiarezza sui diversi punti affrontati nel documento, con il dovuto rigore scientifico che ci contraddistingue.

Lo scopo della tecnica è di ottenere informazioni genetiche sullo stato di salute dell’embrione. Le informazioni che si possono ottenere riguardano sia mutazioni genetiche (come fibrosi cistica, beta talassemia, SMA,…) che anomalie strutturali o numeriche dei cromosomi (traslocazioni, aneuploidie, ..). La tecnica non può in nessun modo modificare o riparare l’embrione, ma solo identificare eventuali anomalie. Non può quindi aumentare le possibilità di successo della fecondazione in vitro, ma solo ridurre i rischi della gravidanza (rischio di aborto), ridurre i rischi legati alla salute del feto, e ridurre il tempo per l’ottenimento della gravidanza (evitando il trasferimento di embrioni non compatibili con l’impianto). Tali aspetti sono fondamentali per il trattamento della coppia infertile al fine di tutelare la salute della donna e del bambino.

Vi sono anche dei limiti diagnostici intrinseci, che vanno chiaramente descritti:

– non si può identificare la presenza di sbilanciamenti numerici che coinvolgono interi set di cromosomi, la cui incidenza residua sulla gravidanza è comunque inferiore allo 0.3%;
– non si può identificare la presenza di microdelezioni e microduplicazioni, essendo essi sbilanciamenti di piccole porzioni di cromosomi, peraltro estremamente rari (<0.3% nei nati);
– non si può identificare con dovuta accuratezza diagnostica il mosaicismo cromosomico, ovvero la presenza di più cellule con diversi corredi cromosomici nelle blastocisti (principalmente dovuto al fatto che la diagnosi viene effettuata su un ridotto numero di cellule che potrebbe non essere rappresentative di tale fenomeno). L’incidenza del mosaicismo nei feti è comunque inferiore all’1% e il tentativo di stimarlo su una singola biopsia ad oggi non ha evidenziato benefici attendibili. Per tale motivo il nostro centro non riporta tale fenomeno, in quanto ciò potrebbe prevenire il trasferimento di embrioni vitali.
Va inoltre sottolineato che la diagnosi pre-impianto richiede la coltura prolungata fino allo stadio di blastocisti, la biopsia e la crioconservazione. Ciò chiaramente suppone che tale pratica possa essere effettuata solo in laboratori di PMA di alto livello tecnologico e con grande esperienza nelle tecniche di coltura embrionale e vitrificazione. Laddove effettuata in laboratori con grande esperienza e da operatori abilitati a tal fine, la tecnica non ha mostrato alcun effetto dannoso sulle possibilità di impianto degli embrioni, né sui follow-up a lungo termine dei bambini nati.
Da anni ci impegniamo nel miglioramento della PMA, tenendo conto di ogni aspetto tecnico e umano del percorso, crediamo che la diagnosi pre-impianto sia uno strumento essenziale alla tutela della coppia e del nascituro, e che debba essere, nei casi indicati, spiegata dettagliatamente alla coppia in modo che possano prendere una decisione autonoma e informata sul percorso più idoneo alle proprie esigenze. Al pari della diagnosi pre-natale, questa opportunità non è un dibattito scientifico ma un diritto all’informazione (ribadita anche dalla corte costituzionale italiana).
Ricordiamo le parole del primo scienziato ad aver effettuato la diagnosi pre-impianto “Let parents decide”.